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AMBASCIATORE LUCA SABBATUCCI: “L’OCSE È UNA FAMIGLIA DESTINATA A CRESCERE”.

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La Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Parigi ha organizzato una serie di iniziative per celebrare il 78mo anniversario della Repubblica. In occasione del ricevimento rivolto al Corpo Diplomatico accreditato presso le Organizzazioni Internazionali con sede a Parigi, che ha avuto luogo nel quartier generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, l’Ambasciatore Luca Sabbatucci ha passato in rassegna alcuni dei temi principali nelle agende di grandi organismi multilaterali, quali OCSE ed ESA.

L’Ambasciatore Sabbatucci, che lo scorso gennaio è stato eletto alla presidenza del Comitato Relazioni Esterne dell’OCSE – l’ente deputato a definire la proiezione globale dell’Organizzazione – ha fatto particolare riferimento al processo di allargamento, che oggi riguarda ben sette Paesi (Argentina, Brasile, Bulgaria, Croazia Indonesia, Romania, Perù e, in prospettiva, la Tailandia). “L’OCSE è una famiglia e, come tale, è naturalmente destinata ad allargarsi, accogliendo nuovi membri, che contribuiranno ad arricchire il bagaglio di conoscenze e buone prassi che l’Organizzazione raccoglie promuovendo su scala ancor più ampia i propri standard e valori. In questo importante ed ambizioso percorso, l’Italia continuerà a lavorare per un’OCSE sempre più aperta, inclusiva e forte”.

In un incontro con la stampa a margine dell’evento, l’Ambasciatore ha sottolineato come l’Organizzazione stia vivendo un momento cruciale della propria storia “la competizione internazionale, il ruolo dei BRICS, la crisi in medio oriente e l’aggressione russa all’Ucraina sono fattori che letti in maniera trasversale pongono sfide che sono affrontabili solo in ambito multilaterale, conservando tuttavia un necessario approccio realistico. E l’OCSE” ha spiegato l’Ambasciatore Sabbatucci “per vocazione, struttura, valori di riferimento, dovrà necessariamente fungere da centro di raccordo tra l’Occidente e gli attori principali del Global South che non possono sottrarsi al loro destino di protagonisti sul palcoscenico globale, penso all’Indonesia, ad esempio”.